a cura di Simone Cosimi
L’autore e disegnatore romano torna in libreria con A Panda Piace… la sveglia del lunedì, un volume in cui prosegue, anche se con taglio più leggero, il percorso dedicato alla salute mentale.
Giacomo Keison Bevilacqua torna in libreria con A Panda Piace… la sveglia del lunedì (Gigaciao, 256 pagine, 20 euro) una raccolta delle strisce più amate del suo celebre Panda, personaggio che da oltre quindici anni accompagna i lettori con riflessioni dolci-amare sulla vita quotidiana. Dopo il successo del precedente – e per certi versi rivoluzionario, considerando approccio e gestazione e pure i risultati di vendita oltre le 13mila copie – A Panda Piace Capirsi, in cui aveva affiancato l’umorismo alla divulgazione psicologica, il 42enne autore propone ora un volume più intimo e rassicurante, fatto di pensieri brevi, gesti gentili e – anche in questo caso, secondo un percorso che ha imboccato da un po’ – spunti per curare la propria salute mentale.
In un mondo sempre più polarizzato e frenetico, Panda ci invita a rallentare, ad accogliere anche i momenti difficili e a riscoprire valori come l’altruismo, la compassione e la gentilezza. E lo fa con una voce leggera ma mai banale, che risuona nelle tavole pubblicate ogni settimana sul suo profilo Instagram.
Abbiamo incontrato Giacomo Bevilacqua – che tre anni fa insieme ad altri personaggi importanti del fumetto come Sio, Fraffrog e Dado ha fondato la casa editrice indipendente Gigaciao – per parlare del nuovo libro, della sveglia del lunedì come rito collettivo e della responsabilità – creativa e sociale – che un autore si assume ogni volta che sceglie di parlare con onestà di sé e del mondo. L’autore è in tour: venerdì 23 maggio sarà a Napoli (Libreria Feltrinelli, Piazza dei Martiri, ore 18), mercoledì 28 maggio a Bologna (Libreria Feltrinelli, Piazza Ravegnana 1, ore 18),
giovedì 29 maggio a Firenze (Libreria Feltrinelli, Piazza della Repubblica 26/29, ore 18) e
domenica 8 giugno a Milano, al Best Movie Comics & Games, ore 12.15 in Arena Comics.

“Pensa che per anni per me il lunedì è stato il giorno più bello della settimana, essendo sempre stata una persona ansiosa ho sempre vissuto male il weekend, che era il regno dell’ignoto, non c’erano schedule, non c’erano piani, chissà la mia compagna dove mi avrebbe trascinato, cosa avrei sentito il dovere sociale di fare? Mentre il lunedì tutto ricominciava, il lavoro con le sue schedule ben precise, le mille tavole di fumetto da scrivere e disegnare, l’ordine che regnava sul caos. Ci ho messo anni a capire che ero assuefatto al lavoro e la mia era una trappola mentale. Da quando ne sono uscito anche io vedo il lunedì in modo diverso, però è proprio per questo che ho ricominciato (com’era nel 2008) a postare le strisce di a panda piace il lunedì mattina, per iniziare con una nota di colore qualcosa di tanto detestato”.
In fondo la nostra intera routine settimanale è una convenzione, e spesso ce ne dimentichiamo: quali sono i messaggi che vuoi trasmettere nel nuovo volume? Come si fa a non farsi fregare?
“Personalmente cercavo la routine perché nella routine c’è la comfort zone, nell’azione e nel pensiero ripetuto c’è la calma del conosciuto, non mi rendevo conto che più le mie giornate si ripetevano sempre uguali, più la mia mente mi stava costruendo una gabbia dalla quale mi era sempre più difficile uscire. Ciò che ho scoperto è che niente è scritto nella pietra, che il modo in cui vediamo il mondo è legato a delle idee che ci siamo fatti all’inizio della nostra vita (da bambini molto spesso), dei paletti che abbiamo piantato a terra, e da cui parte una corda, a cui siamo aggrappati man mano che andiamo avanti, ecco, quei paletti posso essere rimossi e messi altrove, e la corda può spostarsi a piacimento. Ciò che conosciamo e secondo cui viviamo, può non essere il modo migliore in cui vivere, solo che spesso siamo talmente “vittime” della nostra routine da non accorgerci nemmeno quando e quanto ci stiamo male”.
Com’è cambiato il tuo approccio a scrittura e disegno dopo il bell’esperimento a cavallo fra mindfulness e psicologia con A Panda piace capirsi? C’è più consapevolezza?
“Sì, ce n’è molta di più, una cosa che mi preoccupava molto era “perdere” il mio lato creativo, nel momento in cui avessi fatto un percorso di consapevolezza, invece mi sono accorto che non solo è ancora lì, ma riesco ad attingervi in modo più consapevole e con meno sforzi. Poi chiaro, ci sono giornate sì e giornate no, però ho imparato a non forzarmi, se una giornata è no, vorrà dire che dovrà essere spesa a fare altro”.
Su quali fronti stai lavorando oltre Panda e a che punto è il tuo percorso artistico?
“Ho accantonato Panda per diversi anni, concentrandomi su altro, dal suono del mondo a memoria a Lavennder, da Attica a Troppo facile amarti in vacanza e me l’ha fatta pagare, quindi ora voglio tornare a dedicargli il tempo che merita per un po’, oltretutto è il mio personaggio ufficiale in Gigaciao. La casa che abbiamo costruito io, Fraffrog, Sio e Dado è molto accogliente, ma la stiamo ancora arredando, A Panda piace Capirsi sta andando in queste ore in terza ristampa, e con oltre 13mila copie vendute, mi rendo conto che il contributo mio e di Panda in questo ecosistema che ci siamo costruiti ha un impatto concreto”.
Fonte: Wired