Disagio mentale in crescita: torna “Sto bene, grazie”, l’iniziativa per capire chi è in difficoltà

Il punto centrale della campagna di sensibilizzazione è una installazione a forma di grande ‘scatola nera’ in cui accedere per vivere una piena esperienza sensoriale che avvicina alla comprensione di cosa prova chi vive la depressione

Accendere l’attenzione sul disagio mentale con l’obiettivo di conoscere i disturbi psichici e superare lo stigma sociale e i pregiudizi che ancora sono presenti nella società.

E’ quanto si propone l’iniziativa “Sto bene, grazie” che, per un’intera settimana dal 14 al 21 aprile, torna all’esterno del Policlinico di Tor Vergata, dopo essere precedentemente approdata al museo Maxxi di Roma.

Il punto centrale della campagna di sensibilizzazione è un’installazione a forma di grande ‘scatola nera’ in cui accedere per vivere una piena esperienza sensoriale che avvicina alla comprensione della depressione.

Nelle quattro stanze presenti nel box nero, ognuna differente dalle altre, l’arte diventa metafora delle difficoltà quotidiane delle persone con depressione, come spiega nel video il professor Alberto Siracusano, Direttore del Dipartimento Clinico “Benessere della Salute Mentale e Neurologica, Dentale e degli Organi Sensoriali” del Policlinico Tor Vergata.

Il disagio mentale In Italia 

In Italia una persona su cinque soffre di un disagio mentale: a confermarlo il report Headway, realizzato da The European House-Ambrosetti in collaborazione con Angelini Pharma 1. 

La pandemia da Covid, con l’isolamento prolungato e le difficoltà economiche per molte famiglie, poi il timore di una guerra in Europa, con l’invasione della Russia in Ucraina e, più recentemente, il conflitto israelo-palestinese sono tra le cause più frequenti della crescente diffusione di patologie mentali.

Disturbi come ansia e stress hanno invaso la sfera intima di molte persone, portando spesso alla depressione: una patologia complessa e silenziosa, circondata ancora oggi da stigma e vergogna sociale. A queste si aggiunge l’eco-ansia un disturbo da stress pre-traumatico in cui il disagio mentale legato a eventi traumatici imminenti è avvertito in anticipo, soprattutto tra le giovani generazioni, portando a un aumento dei livelli di stress, di sofferenza e del senso di impotenza. 

Eppure, in questo contesto, soltanto una persona su tre riceve un trattamento sanitario adeguato, aumentando il carico di cura non solo delle persone affette da disturbi mentali, ma anche delle loro famiglie. Sempre secondo Headway, l’Italia non gode di buona salute mentale, posizionandosi al di sopra della media europea: soltanto negli ultimi anni sono state adottate misure a livello istituzionale per affrontare la crisi della salute mentale, come lo psicologo di base in Lombardia e il bonus psicologo. 

A complicare il quadro, tutti gli indicatori ci dicono che sono gli adolescenti la parte di popolazione più colpita: il 28% di loro soffre di ansia, il 23% di depressione, il 5% di solitudine, a cui si aggiungono stress e paura nelle stesse percentuali. Secondo il Rapporto, l’insorgenza di stati depressivi e ansiosi è legata anche a una diminuzione del rendimento scolastico e spesso induce i giovani all’abbandono della scuola: difatti, almeno il 50% dei disturbi di salute mentale insorge prima dei 15 anni, l’80% prima dei 18, diventando in alcuni casi un problema costante per tutta la vita della persona.

Prof Siracusano, Policlinico Tor Vergata, su iniziativa sensibilizzazione disagio mentaleFabiana Cofini

Prof Siracusano, Policlinico Tor Vergata, su iniziativa sensibilizzazione disagio mentale

“Sto bene grazie”, il percorso 

Il percorso sensoriale che si compie nella ‘scatola nera’ attraversa quattro ambienti diversi. In ognuno, attraverso l’arte, si cerca di ricreare alcune delle difficoltà quotidiane vissute dalle persone con depressione.

Un percorso difficile 

Nella prima stanza, tramite pesanti tendaggi e un pavimento inclinato – che non viene immediatamente percepito, ma che rende più faticoso l’incedere del visitatore – sarà simulato lo stato di costrizione, di difficoltà ad andare avanti, condizione di molte persone affette da disturbi depressivi. 

Arte performativa 

Il visitatore, nella seconda stanza, si trova di fronte ad un telo elastico, dietro al quale una danzatrice, Jeannie Nitro, si muove come se fosse prigioniera, mettendo in scena la sensazione di oppressione e l’impossibilità di liberarsi: il tessuto accentuerà i movimenti della performance, evidenziando l’emotività di tale condizione. 

Piccola mostra videografica 

Il visitatore ha accesso alla terza stanza, simile ad un breve corridoio. Al muro, uno o più schermi riprodurranno un video artistico che mostrerà il senso più profondo della depressione. La proiezione dapprima rappresenterà alcune forme depressive, per poi pian piano cambiare, trasformarsi, fino a veicolare un messaggio di speranza e fiducia. L’intento è trasmettere l’idea che con costanza, consapevolezza e le giuste cure sia possibile gestire la depressione, guarire dalle forme più lievi e convivere con i disturbi, che smettono così smettono di essere limitanti.

La quarta stanza 

L’ultima stanza presenterà una luce soffusa ma rassicurante: qui è installato uno specchio, di fronte al quale improvvisamente lo spettatore si troverà faccia a faccia con sé stesso. Accanto allo specchio, un arco divide idealmente la stanza in due aree distinte: dall’arco si vedrà un albero, simbolico, dipinto in tinte tenui e rassicuranti. Superato l’arco, sarà visibile una scritta sopra la porta d’uscita: “E quindi uscimmo a riveder le stelle”. Il verso dantesco, che chiude il primo libro della Divina Commedia, racchiude tutto il senso di speranza e simboleggia il passaggio verso la luce, l’uscita da un “inferno” verso qualcosa che alleggerisce e libera l’animo e la mente.

Fonte: RaiNews.it

You May Also Like

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *