“Marbles”, un fumetto autobiografico

di Immacolata d’Errico

Ellen Forney una fumettista, a 30 anni si sentiva super, brillante e molto creativa. Scopre di essere bipolare e mette a nudo la sua malattia nel fumetto/memoir “Marbles, Mania, Depressione, Michelangeolo & Me” dedicato a sua madre e alla sua psichiatra.

Introduzione

Marbles è un fumetto divertente! Si legge facilmente. Alterna schizzi a mucchi di parole, a vignette, a caselle, stelle e asterischi, ma ha una grafica semplice. È un fumetto che trasuda passione e verità, euforia e disperazione. Ci porta dentro negli anni di sofferenza in cui Ellen combatte con il disturbo bipolare, come in un’altalena impazzita. Ellen cerca però di affrontare con morbidezza e vivacità le tematiche più forti. Il calvario degli psicofarmaci, gli effetti collaterali, la psicoterapia, la fatica di trovare il proprio equilibrio. Rifiuta di curarsi quando è in fase up, creativa, in cui si sente splendida ed entusiasta, temendo che i farmaci possano “spegnerla”. “La mania fa paura, ma è figa”. E poi l’idea bizzarra, che la parte maniacale si prenda cura della parte depressiva. Quando arriva il “down” depressivo inizia a ripensarci. https://180gradi.org/fumatti-strisce-di-follia/enrico-cicchetti/marbles-mania-depressione-michelangelo-e-me-di-ellen-forney

Foto di Immacolata d’Errico, tratta dal libro/fumetto “Marbles” di Ellen Forney

Tecnica del fumetto Marbles

Ellen Forney utilizza tecniche miste che rendono d’impatto i vari gradi di confusione emotiva e le varie fasi della sua ricerca e del suo percorso terapeutico. I classici riquadri del fumetto si alternano con immagini fortemente destrutturate. Si passa dalla china all’autoritratto a penna o a matita, dalle vignette ordinate a un’esplosione di elementi sparpagliati sul foglio a seconda delle emozioni e del messaggio del momento. https://www.laltrofemminile.it/2021/05/11/marbles-di-ellen-forney-recensione/

Il percorso di malattia e Marbles

Nel fumetto/libro Marbles sono descritti in modo preciso gli incontri con la psichiatra. Le terapie psicofarmacologiche sono descritte correttamente, soprattutto per quanto riguarda l’efficacia e i possibili effetti collaterali. Tra le due donne si instaura una buona alleanza terapeutica. Ellen si fida di lei. La psichiatra non è mai giudicante e cerca di coinvolgere Ellen in ogni momento terapeutico. E coraggiosamente concede a Ellen di fumare un po’ di erba ogni tanto per contrastare l’anorgasmia indotta dai farmaci. Pur sottolineando i possibili effetti collaterali della cannabis sui disturbi dell’umore.

Si percepisce in tutto il fumetto il difficile percorso che Ellen Forley compie per trovare un equilibrio. Equilibrio in cui entrano in gioco sia fattori prettamente biologici, sia il lavoro sullo stile di vita. Da qui sia la complessa e personalizzata ricerca di farmacoterapia sia le pratiche per un maggior benessere quali yoga e astensione dal consumo di droghe. https://www.stateofmind.it/2014/10/marbles-ellen-fourney-recensione/

Foto di Immacolata d’Errico, tratta dal libro/fumetto “Marbles” di Ellen Forney

Nel club Van Gogh tutti gli artisti sono un po’ pazzi

Nel 5 capitolo viene dedicato un ampio spazio tra creatività e malattie mentali. Il capitolo inizia con gli auto-ritratti di Van Gogh, poi Munch. Fa inoltre riferimenti anche alle storie di artisti come Michelangelo e Sylvia Platt. Nell’8 capitolo si chiede: “l’artista pazzo” è un fenomeno scientifico? “I bipolari e la creatività sono collegati?”. “Meglio tenere le sofferenze o l’ispirazione?” “Se io prevengo le mie escursioni umorali, perdo la mia creatività?”. L’autrice giunge alla conclusione che solo quando è equilibrata riesce a concentrarsi e a svolgere il proprio lavoro. Messaggio importantissimo.  https://www.stateofmind.it/2014/10/marbles-ellen-fourney-recensione/

INTERVISTA A ELLEN FORNEY

Alberto Sebastiani pubblicò nel 2014 su Repubblica Sera, un’intervista a Ellen. Di seguito estrapoliamo alcuni pezzi salienti.

D: Ellen, com’è stato raccontare il proprio disturbo bipolare in un fumetto?

R: È stato difficilissimo. All’inizio non avevo capito quanto sarebbe stata emotivamente e concretamente difficile la scrittura di questo libro. E anche se non volevo fosse un lavoro terapeutico, lo è diventato. Ho affrontato alla radice una parte molto complessa e drammatica del mio passato, ed è stato faticoso, ma anche catartico. È stato come estrarre dal mio corpo una grossa scheggia. Fa male, ma sai che è la cosa giusta da fare perché solo quando la scheggia non è più conficcata puoi iniziare a guarire.

Foto di Immacolata d’Errico, tratta dal libro/fumetto “Marbles” di Ellen Forney

D: Che cosa è stato più difficile?

R: Credo dire al mondo che ero bipolare. … Il pensiero di far diventare la cosa pubblica mi terrorizzava, ma sapevo anche che sarebbe stato importante raccontare una storia così, per me e per la possibilità di aiutare altre persone.

D: E come hanno reagito i suoi lettori?

R: In modi diversi. Penso che la vera speranza di chi scrive le proprie esperienze sia far pensare ad altri che non sono soli…. Molti lettori mi hanno detto che si rivedono in Marbles, che li ha convinti a cercare aiuto o a rispettare la terapia. … E soprattutto diversi lettori bipolari mi hanno detto che hanno regalato copie di Marbles alle loro famiglie, così che potessero capire meglio il loro disturbo. Penso però che la cosa più importante sia che le persone siano in grado di dire pubblicamente, come me, di soffrire di una malattia mentale, e Marbles spero li aiuti a sentirsi meno isolati e soli.

D: Come è nata l’immagine della giostra per rappresentare le fasi del disturbo bipolare?

R: All’inizio stavo per disegnare un’altalena del parco giochi per rappresentare gli sbalzi d’umore, ma la metafora del pendolo non mi convinceva. Così ho iniziato a pensare cosa andasse su e giù in un’altra maniera, e alla fine ho individuato la giostra. … Lo humor, specialmente nero, è una prospettiva fondamentale che applico alle mie esperienze più difficili, nel lavoro come nella vita. …

D: In questo senso colpiscono i disegni che ha fatto durante la cura, ora parte di Marbles. Come è stato riguardarli e pensarli come “materiale” per il libro?

R: Disegnare nel mio sketchbook (album) e nei miei diari è stato fondamentale per vedere, esternare ed esaminare cosa succedeva nella mia testa. Quello che chiamo “The depression sketchbook” (album della depressione) è stato una delle fonti d’ispirazione per Marbles. Lo riguardavo, dopo aver raggiunto la stabilità, e trovavo che quei disegni erano ricchi, potenti. Arrivavano dalle mie profondità più disperate e si erano riversati sui fogli. Volevo condividerli. …

D: Un tema molto presente in Marbles: cita molti artisti affetti dal disturbo

R: Sono stati in parte una fonte d’ispirazione (mi dicevo: “guarda quanti pazzi artisti possono fare ottimi e terrificanti lavori!”), ma sapevo anche che non erano stati medicalizzati e in molti si erano suicidati. … https://www.minimaetmoralia.it/wp/interviste/ellen-forney-marbles/

Fonte: Depressione Stop

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