Un orto per aiutare i ragazzi. Il progetto di cura di Usl 2 destinato a 50 giovani

I pazienti alle prese con problemi di salute mentale potranno entrare in contatto con gli animali e vivere l’esperienza di portare al mercato i prodotti.

Un nuovo progetto per la Usl Umbria 2 che mette insieme realtà produttive, operatori sociali, enti e associazioni. Si chiama “Bubò social farm“ e vede collaborare il Comune di Nocera Umbra, l’associazione Liberi di essere, la cooperativa Seriana 2000 (che gestisce i Csm della Usl) e le aziende agricole Sampaolo Graziano e I leoni di Nocera Umbra. L’iniziativa si rivolge ai pazienti alle prese con problemi di salute mentale, durerà 18 mesi e raccoglierà ragazzi che la Usl indicherà, supporterà l’associazione “Liberi di essere“ di Foligno, già impegnata nel campo con un orto e arriverà a portare in Umbria anche altre persone indicate dalla coop Seriana2000, che è impegnata in diverse attività a livello nazionale. La presentazione dell’iniziativa si è svolta ieri a Nocera Umbra, con il sindaco della città Virginio Caparvi, Iolanda Compagnone della Cooperativa Seriana2000, la presidente dell’associazione folignate “Liberi di essere“ Rosa Bisogni, i rappresentanti delle aziende agricole Graziano Sampaolo (promotore del progetto) e Mario Masciotti, la dottoressa Sonia Biscontini, direttore del dipartimento Salute mentale della Usl Umbria 2 e Raffaele Bottoloni, psichiatra della Usl2.

In questi 18 mesi mesi, grazie ad un bando regionale, fino a 50 giovani potranno misurarsi con l’orto, potranno entrare in contatto con gli animali (anche i falchi e i cavalli) e potranno anche vivere l’esperienza di portare in vendita al mercato i prodotti coltivati. “Siamo orgogliosi di questo progetto”, ha detto Sampaolo.

“È una iniziativa ben pensata per una problematica vera – ha aggiunto Caparvi – che il retaggio culturale fa passare come meno importante”. “Non serve solo il farmaco ma l’impegno e l’integrazione, che noi realizziamo con l’orto, con i corsi di teatro e con tutte le attività”, ha detto Bisogni. “Questo progetto – ha aggiunto la dottoressa Biscontini – è l’unico a cui la precedente Direzione di Usl ha dato il partneariato. La salute mentale è una patologia in forte aumento, soprattutto tra giovani e adolescenti. Ci sta scoppiando tra le mani una fascia d’età tra 12 e 24 anni. Il medico può fare un pezzo, ma poi serve l’integrazione socio sanitaria, un percorso di riabilitazione vero, altrimenti il medico non ha nessuna chance”, ha concluso Biscontini.

Fonte: La Nazione

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