Anmic, compie 7 anni il Servizio Antidiscriminazione per disabili

In sette anni di attività sono stati oltre 5.000 i contatti e le segnalazioni, mentre nel solo 2023 sono stati 1.030, di cui 498 per denunciare discriminazioni compiute ai danni di persone con disabilità. Sono i dati del servizio antidiscriminazioni Anmic- Associazione nazionale mutilati e invalidi civili nato nel 2016 per garantire il diritto all’inclusione e alla pari dignità delle persone con disabilità.

“Oggi – spiega la Anmic – possiamo trarre un primo bilancio davvero positivo riguardo alla necessità ed utilità sociale del ‘Dipartimento contro le discriminazioni e per le pari opportunità delle persone con disabilità”. Il servizio a supporto della cittadinanza disabile fornisce nell’immediato un orientamento a carattere normativo, intervenendo direttamente per esercitare una ‘moral suasion’, invece per risolvere casi più complessi prendendo contatti con Istituzioni, enti, aziende.

    Di fondamentale importanza risulta poi la sinergia con le altre strutture dell’Associazione Anmic, soprattutto con le sue edi territoriali per elaborare proposte di intervento condivise ed azioni mirate per assistere le persone vittime di discriminazione direttamente sul proprio territorio di residenza. Quando si verifica un caso di estrema delicatezza o gravità viene coinvolto l’Ufficio legislativo Anmic”.

    Il servizio è attivo il martedì, mercoledì e giovedì dalle 9.30 alle 13 e dalle 15.30 alla 17. Gli utenti possono scegliere di fare le segnalazioni o per email, antidiscriminazione@anmic.it, oppure al numero verde 800-572775.

    “L’obiettivo del nostro Dipartimento – spiega il presidente nazionale Anmic Nazaro Pagano – resta la prevenzione ed il contrasto delle disuguaglianze di trattamento e le reali discriminazioni perpetrate ai danni di persone con disabilità, con l’intento di promuovere i principi fondamentali di uguaglianza ed equità. Gli operatori del Contact Center sono debitamente formati proprio per questo tipo di servizio e quindi sono in grado di accogliere e supportare la vittima, seguendola fino a conclusione della pratica”. (ANSA).

Fonte: ALTO ADIGE

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