RO.MENS 2023, per superare lo stigma in salute mentale

di Massimo Cozza

I temi del pregiudizio e dell’inclusione sociale in salute mentale rappresentano fattori di grande rilevanza per poter realizzare i percorsi di recovery.

Basti pensare allo stigma che ancora persiste nei confronti delle persone con disturbi mentali considerate pericolose, inguaribili e improduttive. Pregiudizi spesso infondati e privi di evidenze scientifiche.

Uno stigma che può essere introiettato dalla stessa persona con sofferenza psichica e dai suoi familiari, con vissuti di vergogna a recarsi presso i servizi di salute mentale, con paura di essere etichettati, con percorsi di solitudine. Senza considerare che può subentrare il pensiero che comunque è inutile cercare un aiuto, perché “dalla malattia mentale non si guarisce”.

Invece, oggi sono possibili trattamenti efficaci nell’ambito dei diversi fattori biologici, psicologici e sociali, che possono portare ad una qualità accettabile della vita, fino alla guarigione.

Un secondo pregiudizio rilevante è rappresentato dalla pericolosità, associata alla imprevedibilità. È vero che vi sono persone con disturbi mentali che commettono dei reati, ma non è stata messa in evidenza una maggiore significatività statistica rispetto agli altri cittadini.

Troppo spesso siamo portati ad attribuire alla follia reati che invece originano da pulsioni ataviche di violenza che si possono attivare in determinati contesti. Purtroppo, basta leggere le cronache nere quotidiane per rendersi conto della “normalità” della violenza, a partire dai femminicidi, dalle violenze intrafamiliari e di strada.

Basti pensare all’omicidio nel luglio 2022 del venditore ambulante di 39 anni Alika a Civitanova Marche, ucciso a percosse da parte un operaio di 32 anni. Immediata la sentenza dei mass media: omicidio della follia. Sei mesi dopo il Tribunale ha riconosciuto l’omicida capace di intendere e di volere quando ha commesso il fatto, con scarsa risonanza mediatica.

Un terzo importante pregiudizio è correlato alla convinzione errata che la persona con disturbi mentali non è in grado di lavorare, più in generale è improduttiva, incompetente ed incapace.

Basterebbe pensare ai diversi personaggi storici “folli” che hanno realizzato magnifiche attività, da John Nash a Vincent Van Gogh, da Abramo Lincoln a Michelangelo Buonarroti, da Caravaggio ad Alda Merini.

In realtà chi soffre di disturbi mentali può svolgere attività lavorative, anche assistite, con una certa continuità e produttività.

Un quarto pregiudizio è correlato al timore di recarsi presso gli specialisti e presso i servizi di salute mentale per non essere etichettati come matti. Meglio non farsi vedere che si va dagli specialisti del disagio psichico. C’è, perfino, chi ha ancora paura di essere schedato in caso di TSO.

Così diverse persone che soffrono di disturbi mentali che potrebbero essere trattate precocemente, con maggiore efficacia, rischiano di peggiorare o di cronicizzare.

I pregiudizi possono rappresentare un ostacolo nelle relazioni di chi soffre nelle scuole e nelle università, nei condomini, nel mondo del lavoro e più in generale nelle reti sociali. Con discriminazioni in ambito sociale, per la formazione ed il lavoro, per la ricerca dell’abitazione, per la costruzione ed il mantenimento delle relazioni.

Si tratta in primo luogo di un fenomeno culturale che nasce da una tendenza ad allontanare da noi chi non rientra nei parametri della nostra normalità, cangianti nel tempo e nei luoghi. Un particolare meccanismo di difesa che, etichettando l’altro come folle, porta alla illusione di essere nella normalità. Una specie di divisione manichea che nella realtà della salute mentale non ha evidenze scientifiche, essendo riconosciuta come un continuum tra benessere e disagio, correlata ad una multifattorialità biopsicosociale dinamica.

È quindi importante cercare di smentire e contrastare queste false credenze, di realizzare campagne di informazione corrette rivolte agli studenti ed alla popolazione più in generale.

Partendo da queste considerazioni il Dipartimento di Salute Mentale dell’ASL Roma 2 già nel 2022 ha voluto organizzare un vero e proprio Festival della Salute Mentale per l’inclusione sociale contro il pregiudizio, denominato RO.MENS, realizzato con il patrocinio di Roma Capitale e della RAI, in collaborazione con la cooperazione sociale, insieme ai Municipi ed alla Consulta Dipartimentale. Tanti gli eventi realizzati (musicali, cinematografici, teatrali, culturali e sportivi) mettendo tutti insieme rappresentanti delle istituzioni, operatori, utenti, familiari, artisti, sportivi e protagonisti della cultura. Per chi vuole, è disponibile anche un video riassuntivo di RO.MENS 2022.

A fronte dei riconoscimenti e della necessità di continuare a realizzare campagne informative su questi temi, abbiamo deciso di realizzare una seconda edizione nel 2023, rivolta in primo luogo agli studenti delle scuole medie superiori e agli inserimenti lavorativi di persone con disagio mentale.

In conclusione sul fronte del contrasto allo stigma ed ai pregiudizi c’è molto da fare, da parte di tutti. Un loro ridimensionamento potrebbe consentire un maggiore emporwement, di aumentare l’autostima e la capacità di autodeterminazione, di realizzare le proprie aspettative e di facilitare l’accesso alle cure.

Servono informazioni corrette, evitando l’attribuzione automatica alla follia di ogni episodio eclatante di cronaca nera, promuovendo una sensibilizzazione positiva verso le problematiche correlate ai disturbi mentali, riducendo l’atteggiamento stigmatizzante.

Con la consapevolezza, come affermato dal cantautore brasiliano Caetano Veloso che “Da vicino nessuno è normale”, ognuno di noi può fare la propria parte.

Fonte: salutementale.net

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