La Grand Chapelle Saint-Louis dell’ospedale Pitié-Salpêtrière ospita dal 24 giugno al 21 settembre 2025 Vulnérables, una mostra che esplora la fragilità umana attraverso l’arte, combinando psichiatria, storia e creazione contemporanea.
E se l’arte potesse riconciliarci con il nostro io più intimo e fragile? All’incrocio tra arte e medicina, la mostra Vulnerables si terrà nella maestosa cappella Saint-Louis dell‘ospedale Pitié-Salpêtrière di Parigi dal 24 giugno al 21 settembre 2025. Diretta dallo psichiatra infantile e artista David Cohen, la mostra riunisce una trentina di artisti contemporanei, tra cui Jean Dubuffet, Johan Creten, Michel Nedjar e Liz Magic Laser. Dipinti, video, installazioni interattive e sculture interagiscono con la solenne architettura del luogo per esplorare forme di vulnerabilità – fisica, mentale e sociale.
Il titolo, Vulnérables, è una scelta ovvia per questo ex luogo di reclusione per donne emarginate, ora santuario della fragilità umana. Assume il suo pieno significato nel 2025, anno in cui la salute mentale è stata dichiarata una delle principali cause nazionali e in cui si commemora il bicentenario di Jean-Martin Charcot, la figura fondante della psichiatria moderna.

Dialogo tra art brut, psichiatria e società
La mostra si distingue per la sua attenzione all’art brut, una forma di espressione nata ai margini, spesso in mezzo alla reclusione o alla sofferenza. Risuona con la storia degli ospedali, con i pazienti che creano nonostante l’isolamento e con figure emblematiche come Bispo do Rosário. David Cohen la descrive come “una mostra all’incrocio tra medicina, storia dell’arte e arte contemporanea “, concepita come un dialogo fertile tra artisti affermati, architettura del patrimonio e impegno sociale.
Questo progetto è anche un’occasione per dare nuova vita alla cappella Saint-Louis, un luogo ancora poco conosciuto dal grande pubblico, ma che già nel 2024 sarà visitato da 30.000 visitatori culturali. La mostra fa parte di un progetto più ampio che mira a rendere il sito un legame permanente tra cultura e salute.

Un approccio artistico e umano
Vulnerable è una profonda riflessione sulla condizione umana. La vulnerabilità è vista come una fonte e una forza motrice, non come una debolezza. Il gesto creativo dell’artista incarna questo difetto accettato, questa apertura all’altro e all’imprevedibile. ” La vulnerabilità è la compagna più costante della nostra vita “, recita uno dei testi della mostra.
Lungi dall’essere una semplice mostra, Vulnerable è un invito a ripensare il nostro rapporto con la fragilità, la solidarietà e la creatività. Negli ospedali e nella società in generale, ci invita a impegnarci in un dialogo sensibile e profondo, dove la cultura diventa cura e l’arte fa luce su ciò che resiste e trema dentro di noi. Non resta che dare un’occhiata!
Fonte: SortiraParis